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Alice A. Bailey - Morte. La Grande Avventura

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Il Libraio delle Stelle, Dicembre 2000, pp. 142

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“Il regno della paura della morte è ben prossimo alla fine, e presto inizierà un periodo di conoscenza e certezza che lo scalzerà dalle radici. Per eliminare la paura della morte basta elevare l'argomento su un piano più scientifico, e in tal caso insegnare come si muore. C'è una tecnica del morire, come c'è una tecnica del vivere, ma in Occidente è in gran parte perduta, e anche in Oriente non è ormai conosciuta che da piccoli nuclei di saggi. Ne riparleremo in seguito, forse, ma il pensiero della necessità di indagare tutto questo argomento resti intanto nella mente dei lettori, che studiando, leggendo, meditando, scopriranno cose interessanti, degne poi da raccogliere e pubblicare”.

Alice Bailey (1880-1949), nata a Manchester da una famiglia della buona società inglese, vive fin da piccola contatti con un misterioso personaggio dai tratti asiatici, che anni dopo riconoscerà come il Mahatma Kooth-Hoomi, uno dei Maestri occulti di Blavatsky. Dopo un matrimonio fallito con un pastore anglicano si trasferisce negli Stati Uniti e sposa Foster Bailey, alto dirigente della Società Teosofica. Dal 1919 afferma di essere in contatto con un altro Mahatma della tradizione teosofica: Diywal Khul, meglio noto come "il Tibetano" e dichiara di essere una sua scriba, incaricata di divulgare e amplificare la dottrina di Blavatsky. Le sue rivelazioni la portano a rompere con Annie Besant e a creare col marito un nuovo movimento: la Scuola Arcana, che si considera la versione più autentica della sezione esoterica della Società Teosofica. Lo scopo è diffondere gli insegnamenti dettati dal Tibetano, la cui visione cosmogonica e le cui griglie concettuali hanno influenzato notevolmente l’attuale New Age.

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