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Frithjof Schuon - Il Gioco delle Maschere

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Edizioni Mediterranee, Giugno 2017, P.112

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Frithjof Schuon – che con René Guénon e Titus Burckhardt è il più eminente rappresentante del pensiero tradizionale – espone una dottrina che mira a ricordare all’uomo moderno la sua natura simile a quella degli dei. Una combinazione avvincente di rigore intellettuale e notevole sensibilità artistica, con una sorta di musicalità mistica. Questo volume, come la maggior parte dei libri del filosofo svizzero, non è dedicato a un argomento definito con precisione, ma descrive piuttosto un giro d’orizzonte; i capitoli – undici – sono piccoli trattati indipendenti che spesso riassumono la dottrina totale schuoniana. Il terzo articolo della raccolta, “Il gioco delle maschere” appunto, ha dato il nome al libro, perché descrive bene una dialettica che presenta le stesse tesi fondamentali in aspetti diversi. L’Autore si rivolge a un uomo dotato nella sua sostanza di ciò che potremmo chiamare “l’istinto religioso” e il suo proposito – oltre alla diversità apparente degli argomenti accostati: le prerogative dello stato umano, l’uomo nella proiezione cosmogonica, il gioco delle maschere, il peccato originale, la Carità, la Verità, il passaggio liberatore ecc. – s’articola come sempre intorno a tre nozioni fondamentali: Verità, Bene e Bello. Tale è, per Frithjof Schuon, la vocazione profonda dell’uomo: “conoscere il Vero, volere il Bene, amare il Bello”. L’Autore ci ricorda che, secondo una sentenza islamica: “Dio c’invita a partecipare alla Sua natura – al Sommo Bene – attraverso la Virtù, nel contesto della Verità e della Via”.

Frithjof Schuon, filosofo, nasce a Basilea nel 1907 da padre originario del Württemberg e da madre alsaziana. Dal 1930 al 1932 lavora come disegnatore d’arte a Parigi, senza tuttavia trascurare gli studi di orientalistica, compreso quello dell’arabo. Poco dopo si reca in Africa settentrionale per studiarvi il Sufismo, in questo periodo conosce il maestro sufi Cheikh El-Allauoi. Il seguito della sua vita è caratterizzato da una serie di viaggi in vari paesi orientali; rende visita due volte a René Guénon al Cairo – con il quale collabora per due decenni alla rivista Etudes Traditionelles – il suo soggiorno in India viene invece interrotto dalla Seconda Guerra Mondiale. Più tardi nel 1959 e nel 1963 Schuon soggiorna a lungo presso gli Indiani dell’America del Nord, stringe amicizia con personaggi eminenti e viene adottato dalla tribù dei Sioux. L’interesse per le civiltà orientali e in particolare per la loro arte ha permeato tutta la vita di Frithjof Schuon. Dopo aver vissuto per quarant’anni in Svizzera sulle rive del lago Lemano, si ritira negli Stati Uniti, dove muore nel 1998. Delle sue opere le Edizioni Mediterranee hanno pubblicato: Unità trascendente delle religioni, Sguardi su mondi antichi, Sentieri di gnosi, L’occhio del cuore, Sulle tracce della religione perenne, Immagini dello spirito, Cristianesimo/Islam, Dal divino all’umano, Forma e sostanza delle religioni, L’esoterismo come principio e come via, Le stazioni della saggezza, Il sole piumato.

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