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Ferdinand A. Ossendowski - Bestie, Uomini, Dei

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Il mistero del re del mondo.

Edizioni Mediterranee, Dicembre 2000,  pp.240

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Quest'opera, pubblicata per la prima volta in Polonia nel 1922, ebbe una traduzione inglese nel 1923, una francese nel 1924 ed una italiana nel 1925, suscitando molte reazioni, positive e negative, a causa del suo contenuto. L'importanza dell'opera, infatti, è tutta nella grande messe di notizie inedite che essa espone, con un'ottica storicamente oggettiva, in quanto il suo autore, il polacco Ferdinand Antoni Ossendowski (1871-1945) è un chimico-fisico, cioè uno scienziato abituato a guardare alla sostanza degli avvenimenti. Bestie, Uomini, Dèi è un'opera dai molteplici aspetti: è un affascinante libro di viaggi; è una testimonianza agghiacciante della vocazione al genocidio del comunismo sin dalle sue origini e delle ultime lotte antibolsceviche condotte nel 1920-1921 agli estremi confini dello sterminato Impero russo, in Mongolia, è la biografia di un personaggio ignorato ed inquietante come il barone generale Ungern; è la rivelazione in Occidente, del "mistero dei misteri": il "Re del Mondo". Fu questo libro che ispirò a René Guénon il suo Roi du Monde (nel 1924 come saggio su rivista, nel 1927 ampliato a libro), un contributo decisivo allo studio del "centro iniziatico", denominato "Agartha". Avventura, politica, guerra, misticismo; viaggi attraverso pianure gelate; le battaglie fra mongoli, russi e cinesi; gli intrighi politici di tre diplomazie; la figura allucinata del barone Ungern; il mistero dell'Agartha; la profezia del Re del Mondo; le visioni dei Lama; le leggende e le realtà di un popolo diverso da tutti gli altri; le cavalcate e le meditazioni; le sorti future del mondo e la guerra locale; Ossendowski ha saputo descrivere tutto questo, assieme alla sua vicenda personale, con uno stile avvincente, che rende indimenticabili fatti e personaggi di un passato solo apparentemente lontano da noi.

Ferdinand Antoni Ossendowski nacque a Vitebsk (Polonia) il 27 maggio 1876; dopo aver terminato con profitto i corsi di chimica e fisica alla Sorbona, gli fu offerto di sovrintendere la sezione di chimica all’Esposizione Universale del 1900. I suoi studi di mineralogia lo fecero conoscere all’entourage scientifico europeo come autorità indiscussa del campo; fu perciò incaricato dalle autorità russe di svolgere ricerche nelle miniere d’oro siberiane. Negli anni turbolenti della guerra russo – giapponese svolse ricerche per conto del consiglio superiore della Marina e nella successiva prima guerra mondiale gli furono commissionati studi e prospezioni da parte delle massime autorità statali. Durante la guerra fu inviato in Mongolia, paese di cui apprese la lingua e le tradizioni locali ma nel 1917, in piena rivoluzione bolscevica fu chiamato a insegnare nella città di Omsk dall’ammiraglio Alexandr Vasil'evich Kolchak, (il vecchio comandante della flotta russa sul Mar Nero). Kolchak aveva ai suoi ordini un esercito controrivoluzionario che gli permise di creare un piccolo governo autonomo e inviso al governo centrale di Mosca, esteso dagli Urali alla Siberia. Ossendowski lavorò per il ministero del governo Kolchak fino al 1920, quando fu costretto dalle truppe regolari russe ad una fuga precipitosa e rocambolesca che lo portò in Siberia, Tibet, Mongolia e Manciuria. Nel giugno del 1921 riuscì finalmente a raggiungere Pechino e da qui la Polonia. Appena giunto nella terra natia cominciò a riordinare i suoi appunti di viaggio che formarono il nucleo di Bestie, Uomini, Dei, un eccezionale reportage sulle culture asiatiche con cui era venuto in contatto. Continuò ad insegnare in Polonia e viaggiò ancora in Africa e altri paesi mentre le sue opere acquisivano fama europea e venivano tradotte in più lingue. Morì a Zolwin nel 1945, mentre la Polonia si scrollava di dosso il terribile fardello nazista per scivolare sotto il controllo del governo di Mosca.

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