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Enrico Cornelio Agrippa - La Filosofia Occulta o la Magia - Vol. 2

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Edizioni Mediterranee, Dicembre 2008, pp. 360

Il libro ha le pagine unite, per volontà dall'editore. Le pagine possono essere tagliate una ad una con un taglierino.

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L'opera di C. Agrippa, De Occulta Philosophia presenta un interesse costante per essere uno dei principali documenti delle scienze esoteriche e magiche del periodo intorno al Rinascimento. Oltre ad una parte (quella della cosiddetta "magia naturale") che può interessare anche la storia della scienza e che dà ragguagli su varie credenze o superstizioni dell'epoca, le altre parti ci trasmettono non poche conoscenze valide riguardanti anche la fisiologia e la morfologia occulte dell'essere umano, poi tutto lo strumentario dei simboli, dei caratteri, dei segni e dei pentacoli da usare nella magia cerimoniale operativa; a questo riguardo Agrippa ha raccolto un materiale dalle origini enigmatiche, da considerarsi di un livello più alto che non tutto ciò che è reperibile nei vari grimoires più o meno deformati o contraffatti dell'epoca. Nella terza parte dell'opera, riguardante la "magia divina", vi sono diversi dati di carattere autenticamente iniziatico e, come tali, di una perenne attualità. Essi sono stati messi in risalto e lumeggiati nell'ampio studio introduttivo curato da un competente, quale Arturo Reghini, studio che, per quanto sintetico, è uno dei più approfonditi esistenti sull'argomento. In vista di questi vari aspetti, è stata curata la presente nuova edizione italiana del De Occulta Philosophia, opera che è certamente un "classico".

Enrico Cornelio Agrippa von Nettesheim nacque a Colonia nel 1486 e visse una vita errabonda, che lo portò a girare tutta l'Europa, a causa delle continue denuncie di magia ed eresia che lo perseguitavano. Conclusi gli studi umanistici, si interessò di astrologia; recatosi alla corte di Margherita d'Austria, dovette fuggire per i potenti nemici che si era fatto per il suo carattere battagliero e la sua lingua pungente. Andò a Parigi, a Londra, a Venezia, sbarcando a fatica il lunario con l'insegnamento di teologia. Morì a Grenoble nel 1536, in estrema povertà.

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