Franz Bardon - Introduzione alle Dottrine Ermetiche vol. 1
Teoria e pratica
Venexia Edizioni, Maggio 2010, pp. 364
La più famosa ed efficace raccolta di istruzioni teoriche e pratiche per conseguire, operando da soli, l’auto-iniziazione magica. In questo volume l’autore spiega come gestire i quattro elementi - fuoco, acqua, aria e terra - nei tre mondi di corpo, anima e spirito. Guida inoltre lo studioso in esercizi che spaziano da tecniche di base del dominio del pensiero e dell’immaginazione a tecniche avanzate di viaggio astrale, e all’uso di talismani o di specchi magici. La magia è vissuta come una scienza sacra e come la conoscenza alla base di tutto l’autentico sapere, unica vera chiave di iniziazione alle leggi universali.
Franz Bardon - Vi sono persone la cui vita è oscura, come l’interno d’una lampada. Ma da questa oscurità si genera una fiamma che illumina ogni cosa d’intorno. Una di tali persone fu Franz Bardon, che molti giudicano il più grande maestro d’ermetismo di tutti i tempi. Nacque il primo dicembre 1909 a Troppau (oggi Opava) in una regione che all’epoca faceva parte della Slesia austriaca e che attualmente è compresa nella Repubblica Ceca. Suo padre Viktor era un devoto mistico cristiano e si narra che per le sue preghiere, nel 1924, lo spirito di un alto adepto ermetico entrò nel corpo del quattordicenne Franz. La sua personalità cambiò in modo drammatico e improvviso e, nel tempo, egli divenne uno dei più rispettati maestri della scienza sacra del secolo scorso. Con il nome d’arte di Frabato (Franz-Bardon-Troppau-Opava), si esibì di frequente in tutta Europa come illusionista teatrale, senza lasciare intendere al suo pubblico che molto spesso i suoi “trucchi” erano invece fenomeni autentici. Per la maggior parte del tempo, tuttavia, visse una vita esteriormente normale come meccanico industriale a Opava, dove era tenuto in alta considerazione. Non cercò mai la notorietà né assunse atteggiamenti originali come invece molti altri “maghi” dell’epoca. Non fece nulla per alimentare una leggenda che lo riguardasse: questa fu opera interamente dei suoi allievi e di coloro che aveva beneficato grazie alle sue conoscenze e facoltà eccezionali. Dopo l’avvento del Nazismo, come altri adepti della via della Luce in quel periodo, Franz Bardon attirò le attenzioni del regime hitleriano, ostile a ogni manifestazione della sacralità che non fosse coerente con la visione magica del mondo cui s’ispirava la sua dottrina occulta. Fu rinchiuso in un campo di concentramento per tre anni e mezzo e nel 1945, verso la fine della guerra, fu condannato a morte. Poco prima della sua esecuzione, il carcere di Bardon venne bombardato ed egli fu salvato dall’edificio in rovina da alcuni soldati russi; riuscì poi a fuggire e a tornare a casa. Dopo la guerra, pur fiaccato nel corpo dalle disumane torture subite, visse una vita tranquilla a Opava, nell’allora Cecoslovacchia, dove lavorò come naturopata e grafologo. Mise su famiglia e viaggiò spesso a Praga per insegnare. I suoi precetti sono alla base della sua famosa trilogia pubblicata da Venexia a cura di Sebastiano Fusco: Introduzione alle dottrine ermetiche, La pratica dell’evocazione magica e La Chiave della vera Qabalah. In essi pone l’accento sulla pratica magica, e fornisce i mezzi per attuare, operando da soli su se stessi, quella trasmutazione interiore che è l’indispensabile premessa per il cammino individuale dell’iniziato. L’opera ermetica di Bardon s’interruppe per sempre nel 1958 quando fu arrestato durante una delle famigerate purghe comuniste in Cecoslovacchia. Venne falsamente accusato di non aver pagato le tasse sull’alcool usato nella produzione dei suoi rimedi spagirici; gli furono inoltre imputate accuse di alto tradimento per aver scritto commenti sovversivi sul suo paese in una lettera inviata in Australia. Il 10 luglio 1958, morì in “circostanze misteriose” nell’ospedale del carcere di Brno in Cecoslovacchia.