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Julius Evola - Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo

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Edizioni Mediterranee, Ottobre 2008, pp. 250

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Pubblicato in origine nel 1932, riunendo saggi apparsi negli anni precedenti, e poi ristampato nel 1949 e nel 1971 con aggiornamenti, questo libro a tanta distanza dalla sua prima apparizione risulta di una sconvolgente attualità, tale da poter essere ancora oggi utilizzato come un illuminante manuale per orientarsi nel babelico “spiritualismo contemporaneo” degli anni 2000 e per evitarne le trappole. Infatti, ancora oggi sono numerosi gli ambienti che si interessano al cosiddetto “sovrasensibile” e che riscoprono dottrine “occulte” ed esotiche, dandosi talvolta anche a pratiche evocatorie, cercando esperienze inusitate, votandosi a eccessi “contestativi”. Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo è stato uno dei primissimi libri, all’inizio degli anni Trenta del Novecento, a mettere in guardia profeticamente contro questi pericoli. Ecco quindi una messa a punto sistematica intesa a distinguere – senza alcun pregiudizio e posizione preconcetta – il positivo dal negativo, a indicare in quale direzione si debba cercare il vero sovrannaturale. Spiritismo, metapsichica, parapsicologia, teosofia, antroposofia, “esoterismo cristiano”, misticismo, Krishnamurti, “occultismo”, magia, freudismo e altre correnti vengono analizzati. Già la terza edizione del 1971 era stata ampliata includendo l’esame di ulteriori tendenze manifestatesi nei precedenti quarant’anni, come quelle che hanno fatto capo a George Gurdjieff e Aleister Crowley, o anche il singolare interesse oggi destato dal satanismo. Pure la critica alla psicanalisi venne ampliata prendendo in considerazione quella di Wilhelm Reich e Carl Gustav Jung. Ciclicamente, dunque, il problema affrontato da Julius Evola nei suoi scritti a partire dalla metà degli anni Venti si ripresenta con forma diversa, ma sostanza quasi immutata. Sicché quest’opera del filosofo tradizionalista è ancora indispensabile per chi voglia avere un serio orientamento pratico e dottrinale in un campo così infido, fuor dai pregiudizi e dai ristretti orizzonti della prevalente mentalità profana, prendendo come sicura base idee e principi superiori d’ordine tradizionale.

Julius Evola (19 maggio 1898 - 11 giugno 1974), nasce a Roma da famiglia siciliana di nobili origini. Formatosi sulle opere di Nietzsche, Michelstaedter e Weininger, partecipa alla prima guerra mondiale come ufficiale di artiglieria. L’esperienza artistica lo avvicina a Papini e a Marinetti, a Balla e a Bragaglia, ma è l’incontro epistolare con Tzara che lo impone come principale esponente di Dada in Italia: dipinge ed espone i suoi quadri a Roma e a Berlino, collabora alle riviste Bleu e Noi, elabora testi teorici (Arte astratta, 1920, definito da M. Cacciari “uno degli scritti filosoficamente pregnanti delle avanguardie europee”); scrive poemi e poesie (La parole obscure du paysage intérieur, 1921).

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