Salomon Trismosin - Splendor Solis
Edizioni Mediterranee, Febbraio 2021, pp. 157, 22x28,5 cm
Di tutti i testi alchemici illustrati, lo Splendor solis, risalente al XVI secolo, è forse il più famoso. Con le sue illustrazioni allegoriche e le istruzioni dettagliate della Grande Opera, ossia la trasmutazione del materiale vile (la materia prima) in Pietra Filosofale, questo manoscritto fa entrare il lettore moderno nella mente dell’alchimista rinascimentale. Le spettacolari illustrazioni sono tratte dal manoscritto Harley 3469, conservato nella British Library, l’esemplare più bello dello Splendor solis. Le immagini sono accompagnate dall’eccellente traduzione di Joscelyn Godwin del testo originale in tedesco, e da una serie di commenti illuminanti, scritti da tre esperti di alchimia:
il professor Stephen Skinner spiega in che modo il simbolismo del testo e delle illustrazioni descrive i processi fisici dell’arte alchemica;
il professor Rafał T. Prinke esplora il pensiero corrente riguardo la paternità sia del testo che delle immagini, presentando lo Splendor solis come il punto di svolta nella storia dell’iconografia alchemica col suo passaggio dalla tradizione medievale a quella barocca, e offrendo una nuova e affascinante teoria riguardo l’autore delle illustrazioni originali;
la professoressa Georgiana Hedesan esamina la leggendaria figura di Salomon Trismosin e la sua creazione da parte dei seguaci di Paracelso, spiegandola come un tentativo d’integrare il loro maestro all’interno di una linea di discendenza di antichi filosofi alchimisti.
Fino a oggi non è mai stata pubblicata in Italia un’edizione che offre sia una traduzione completa del testo sia una riproduzione delle 22 tavole a colori.
Poche notizie si conoscono relative alla vita di Salomon Trismosin. Secondo l'anonimo stampatore dell'Aureum Vellus egli fu precettore di Paracelso e preso dal desiderio di realizzare la pietra filosofale nel 1473 cominciò a viaggiare e a peregrinare nella speranza d'incontrare qualcuno che gliene rivelasse il segreto. Tra varie peregrinazioni arrivò anche a Venezia dove assistette agli esperimenti di laboratorio di alcuni "facitori d'oro" e dove presumibilmente imparò il segreto della trasmutazione dei metalli.