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G. I. Gurdjieff - La vita è reale solo quando "io sono"

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Neri Pozza, Novembre 2018, pp. 183

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Questo libro comincia con una frase che colpisce dritto al cuore...
«Io sono ... Che ne è di quella sensazione globale di me stesso che provavo in passato quando pronunciavo queste parole in stato di ricordo di me?»
Il libro fa parte della Terza serie, rimasta incompiuta, dell'opera che ha come titolo Di tutto e del tutto.
È composto da un prologo e da un'introduzione seguiti da cinque conferenze tenute a New York nel 1930.
L'ultimo capitolo, intitolato Il mondo esteriore ed il mondo interiore dell'uomo, si interrompe a metà di una frase ed è, secondo John G. Bennet, l'ultima cosa scritta da Gurdjieff.
Dopo il grande affresco dei Racconti di Belzebù a suo nipote e la meraviglia di Incontri con uomini straordinari, Gurdjieff si rivela, in queste pagine, diretto ed essenziale al massimo grado.
Il carattere organico delle prime due opere viene sovvertito a favore di una scrittura che ha il sapore di quelle note prese nell'urgenza di lanciare un ultimo appello a chi non si accontenta di risposte frettolose, ma desidera compiere il faticoso cammino della ricerca. Posto in bilico fra il mondo esteriore delle sue acquisizioni e il mondo interiore dei suoi stati d'animo, l'uomo, secondo Gurdjieff, è chiamato a realizzare in sé un nuovo mondo, il «mondo dell'uomo» in cui «Io sono» diventa altro da una vuota affermazione di identità personale, il solo mondo che può, a ragione, chiamarsi «il mondo dell'anima».
L'uomo è un essere incompiuto che, per sua stessa natura, è chiamato a un lavoro per l'essere: è il lavoro dell'uomo, l'unico lavoro che apre e svela il senso della nostra umanità.
L' «Io sono» non sarà più qualcosa da affermare ma si trasformerà in una domanda che, nell'atto stesso di chiedere, chiama tutto ciò che ci costituisce a una rinnovata unità, a un ritrovato senso del proprio «Me».
Solo allora la «realtà» della nostra vita potrà essere pesata alla luce di un gusto dell'essere che indica il lungo cammino dell'uomo verso la coscienza.

George Ivanovich Gurdjieff nasce nel 1869 ad Alexandropol (Armenia russa) ed è uno dei pochi riconosciuti grandi maestri occidentali vissuti nel secolo scorso.
Dopo una giovinezza passata viaggiando e studiando culture diverse allora sconosciute, Gurdjieff si dedicò interamente al lavoro sulla consapevolezza, intesa come mezzo per svegliare l'uomo dagli automatismi quotidiani per fargli riemergere potenzialità latenti.
Le sue conoscenze spaziavano dalla musica (compose numerosi brani) alla matematica, ed utilizzava la danza come strumento di armonizzazione: Gurdjieff scrisse anche numerosi testi che ancora oggi sono testi importanti per chiunque voglia intraprendere un cammino verso il risveglio interiore. Ebbe l’opportunità di incontrare uomini straordinari dai quali acquisì la convinzione che qualcosa di vitale importanza mancava nella considerazione dell’uomo e del mondo nella letteratura e nella scienza europee. Era stato indirizzato agli studi di medicina e di teologia, ma l’insoddisfazione che provava per i limiti di quel tipo di educazione lo condusse a cercare altrove e per proprio conto. Con un gruppo di "cercatori della verità" viaggiò per molti anni attraverso l’Africa, l’Asia e l’Estremo Oriente, raggiungendo luoghi la cui esistenza è insospettabile anche per i più accurati esploratori.
Nel 1922 Gurdjieff fondò l’Istituto per lo Sviluppo Armonioso dell’Uomo al Castello del Prieuré di Fontaineblau, nei pressi di Parigi. Qui il "lavoro su se stessi" da lui proposto prese una pianta stabile attirando, tra gli altri, diversi intellettuali e artisti europei. Organizzò una vera e propria comunità indipendente con coltivazioni, animali, svariate attività lavorative e speciali classi di esercizi per la "trasformazione delle energie" che consistevano nei famosi "movimenti" tratti da danze sacre e in conferenze sugli aspetti teorici del "lavoro". Durante la seconda guerra mondiale Gurdjieff continuò ad insegnare con gravi difficoltà ricevendo gruppi di allievi nel suo appartamento di Rue des Colonels Rénard; poi improvvisamente nel 1948 decise di riprendere l’attività più estesa: purtroppo un anno dopo sarebbe stato fermato dalla morte.

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