Alejandro Jodorowsky - La vita è un racconto
Feltrinelli, Aprile 2019, pp. 286
Alejandro Jodorowsky, autore del libro "La vita è un racconto" confessa che deve la sua salvezza da un’infanzia difficile alla passione per la lettura delle storie. Da allora gli piace raccontarle: corte, lunghe, sagge o folli. Le storie sono state le vertebre della sua vita e della sua traiettoria come scrittore. Le quasi quattrocento storie che compongono "La vita è un racconto" vanno dall’autobiografico (come l’incontro post mortem con la madre che riesce a perdonare per averlo maltrattato da piccolo, grazie alle allucinazioni provocate da una medicina preparata dalla curandera Panchita) al sapienziale, dagli aforismi ai microracconti, dai racconti erotici a quelli del terrore, dai sogni agli incubi. Questo è un libro che lascia la fantasia libera di vagare in ogni direzione. È un libro volutamente disordinato, o meglio di un disordine apparente, dove ciascuno può pescare il racconto che preferisce secondo l’umore del momento, la sensibilità, la disposizione d’animo. Come lo definisce l’autore, è una sorta di bonsai liberato.
“Mi pare infinitamente più bello un albero che, senza alcuna costrizione, cresce come deve crescere, in modo organico, naturale, ostentando un caos in cui ciascuna foglia occupa il posto giusto per ricevere meglio il sole.”
Tutta la cultura, la storia, la nostra vita quotidiana poggiano sui racconti: Jodorowsky offre in questo libro la nuvola della sua fantasia dissolta in una pioggia di storie non hanno magari alcun legame tra loro, ma formano un insieme dal quale ciascuno può scegliere quelle che gli dicono qualcosa, creandosi una propria antologia personale.
ALEJANDRO JODOROWSKY, nato nel Cile del Nord nel 1929, figlio di immigrati ebreo-ucraini, si è trasferito dal 1953 a Parigi (città dove risiede tuttora), dove ha fondato con Fernando Arrabal e Roland Topor il movimento di teatro “panico”. Artista eclettico, Jodorowsky durante la sua carriera artistica ha toccato vari campi: mimo, attore, regista cinematografico (El Topo (1971) e La Montagna Sacra (1973) sono i suoi capolavori), autore di teatro, poeta, romanziere e sceneggiatore di fumetti. In tutti i suoi lavori l'aspetto visionario ha sempre prevalso, sottolineando così la necessità di rompere le strade note e prosaiche. Uno degli aspetti più affascinanti di Alejandro Jodorowsky riguarda la sua figura di psicoanalista sui generis. E' difficile posizionarlo rispetto a una scuola o a una corrente di pensiero, e non a caso si definisce psicomago. In realtà egli ha elaborato un modo nuovo di entrare in contatto con l'inconscio.
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«Quando mi sono impegnato nel cammino della coscienza mi sono detto: non si può cambiare il mondo ma si può cominciare a cambiarlo. Non si può fare un’opera ma si può cominciare a farla. Non si cambia, ma si può cominciare a farlo. La meraviglia è cominciare».