Alejandro Jodorowsky - Io, i Tarocchi

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Lo Scarabeo, Settembre 2021, cofanetto con libro di pp. 191 e mazzo con i 22 arcani maggiori

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"Io, i Tarocchi" è la seconda grande opera di Jodorowsky sui Tarocchi, il compendio naturale a La Vìa dei Tarocchi. Mentre in quel libro il maestro si concentrava sulla teoria e sulla conoscenza nascosta degli Arcani, in "Io, i Tarocchi" Jodorowsky racconta di un rapporto con gli archetipi più personale, intuitivo e magico. La forza magnetica delle letture di Jodorowsky risiede nella capacità atavica, propria dei più antichi cantastorie, non solo di descrivere, ma di creare, nell'anima del lettore, l'universo che stanno narrando. È un soffio poetico in grado di trasmutare gli Arcani da simboli inanimati in forze vive, permettendo così quel salto cognitivo che distingue l'esperienza diretta e vissuta dalla semplice conoscenza teorica. L'approccio di Jodorowsky ai Tarocchi è un unicum all’interno delle storie delle carte. Non a caso è proprio con Jodorowsky che si è smesso di parlare di cartomanzia, capacità di prevedere il futuro con le carte, e si è iniziato a parlare di tarologia, capacità di dar voce (da logos, discorso) all’interiorità attraverso le carte. Che si sia d’accordo o meno con la pratica interpretativa di Jodorowsky, non si può negare che egli abbia fatto da spartiacque nella storia tra un vecchio modo di vedere le carte e una nuova prospettiva su di esse. Egli è stato in grado di liberare il Tarocco dalla gravosità del simbolismo occultista, andando al di là delle classiche interpretazioni iniziatiche ed esoteriche. Tuttavia, non risulta nemmeno primario l’interesse storico, filologico e accademico nella ricostruzione del simbolismo delle carte; ciò che a Jodorowksy interessa è la simbologia “nuda e cruda” degli Arcani, al di là di ogni tempo e ogni epoca storica, e di dar voce direttamente agli Arcani stessi e alle storie che essi raccontano nel momento in cui entrano in contatto con l’anima umana. Potremmo dire che nella via inaugurata da Jodorowsky prevalga l’aspetto (psico)magico e poetico dei Tarocchi, in cui ogni lama estratta assume la potenza di un incantesimo evocativo. In tale prospettiva, "Io, i Tarocchi" è un testo importante poiché, spazzando la mole di simbolismo “in più” accumulatosi dal Settecento in avanti, recupera lo sguardo originario sulle carte, proprio dei primi letterati che le affrontarono, senza soffocarle con ulteriori interpretazioni ma cercando di dar voce direttamente alle carte.

ALEJANDRO JODOROWSKY, nato nel Cile del Nord nel 1929, figlio di immigrati ebreo-ucraini, si è trasferito dal 1953 a Parigi (città dove risiede tuttora), dove ha fondato con Fernando Arrabal e Roland Topor il movimento di teatro “panico”. Artista eclettico, Jodorowsky durante la sua carriera artistica ha toccato vari campi: mimo, attore, regista cinematografico (El Topo (1971) e La Montagna Sacra (1973) sono i suoi capolavori), autore di teatro, poeta, romanziere e sceneggiatore di fumetti. In tutti i suoi lavori l'aspetto visionario ha sempre prevalso, sottolineando così la necessità di rompere le strade note e prosaiche. Uno degli aspetti più affascinanti di Alejandro Jodorowsky riguarda la sua figura di psicoanalista sui generis. E' difficile posizionarlo rispetto a una scuola o a una corrente di pensiero, e non a caso si definisce psicomago. In realtà egli ha elaborato un modo nuovo di entrare in contatto con l'inconscio.

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