Teilhard de Chardin - L'avvenire dell'uomo
Libreria Editrice Aseq, 2016, pp. 72
«Il XIX secolo era sembrato terminare in una fase di generale equilibrio raggiunto dalla massa umana. In quell’epoca, «prima della guerra», i varii gruppi politici ed etnici sparsi sulla Terra davano l’impressione di aver trovato delle linee di contatto durevoli ed una definitiva stabilità interna. Su questo insieme presso a poco coerente, la rete delle relazioni intellettuali ed economiche, favorite dagli straordinari progressi della scienza, si estendeva rapidamente. Ed, ancor più significativa di questa coordinazione materiale della civiltà, un’atmosfera di unificazione e di raggruppamenlo prevaleva nel mondo. Era l’epoca in cui, nella sua porzione più progressiva, l’umanità pensava e parlava in modo internazionale.
Ora, in qualche anno, in seguito allo sconvolgimento del 1914-18, la situazione appare interamente trasformata. Dei blocchi umani che si potevano considerare Come sicuramente consolidati, tendono a dissociarsi. E ciò non soltanto sotto la sola brutalità degli urti esterni, ma in virtù di una dissociazione psichica, interna. Principi e diritti delle nazionalità, interpretati impulsivamente come principi e diritti delle razze, non solo oppongono selvaggiamente gli uni agli altri dei vicini che si riteneva fossero in procinto di intendersi, ma introducono anche, nel cuore stesso degli antichi Stati, i più strani fermenti di divisione. Come se la massa umana, in contraddizione con le condizioni esterne, ,che la spingono sempre più a raccogliersi su sè stessa, reagisse nel suo interno, disgregandosi.
Su questo fenomeno inatteso, che ci circonda così tragicamente nell’ora presente, vorrei tentare di gettare un pò di luce, attingendola alla storia generale della Vita.[…]»
Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955) è tra gli scrittori cristiani più letti del XX secolo. Sacerdote, gesuita e scienziato, la sua vita si svolse in Francia, dove fu docente di geologia all’Institut Catholique di Parigi, successivamente in Cina per circa un ventenni o e infine negli Stati Uniti.
La sua opera comprende – oltre agli scritti strettamente scientifici nel campo della geologia e della paleontologia (ristampati, dopo la sua morte, in undici volumi) – anche un complesso di scritti nei quali la sua visione scientifica si apre ad una visione filosofica e religiosa. Questi ultimi, pubblicati tutti postumi, sono stati raccolti in tredici volumi tra il 1955 e il 1977. Tra le sue opere maggiori: – Il Fenomeno umano; – L’Ambiente divino.