Paolo Mantegazza - Le virtù della Coca - Il Mate
Libreria Editrice Aseq - Settembre 2015 - 104 Pagine
Dall’introduzione dell’autore:
“Abbozzo di una classificazione degli alimenti nervosi.
L’uomo nell’uso e nell’abuso della vita sente il bisogno di riparare di continuo cogli alimenti al logorio molecolare e al consumo di forze, che costituiscono il suo modo di essere. Alcune di queste sostanze ch’egli prende dal mondo esterno gli servono specificatamente a ricostruirsi i tessuti che si vanno sfacendo nell’esercizio dei loro atti vitali e son chiamati alimenti plastici; mentre altre sono destinate alla calorificazione e vengono arse dall’ossigeno inspirato nelle trama capillare di tutti gli organi o vengono deposti sotto forma di adipe nel tessuto cellulare onde servire di combustibile di riserva; e a queste si dà il nome di alimenti respiratorj. A queste due classi di sostanze nutritive stabilite già da tempo dall’illustre Liebig, io ora vorrei aggiungere una terza, quella cioé delle nervose, le quali sono destinate ad eccitare a maggior azione il sistema nervoso nei suoi molteplici attributi.
Non sarebbe necessario il dire che questa classificazione degli alimenti non si deve credere assolutamente rigorosa; come non è possibile mai il trovare nel campo della fisiologia e della patologia. Qui gli elementi, i fenomeni, le funzioni si incrociano in tal numero e con tale intricatezza di giri da rendere quasi impossibile la separazione di due sole cose senza malmenarle o distruggerle. Lo scalpello dell’analisi, per quanto s’appoggi sottile e penetrante nel tessuto della vita, non può impedire che ne esca qualche gocciolina di sangue ad indicare che venne lacerato ciò che non formava che un tutto. La vita non si può intendere nella sua verità che considerandola tutta intiera e in tempi infinitamente piccoli; mentre lo studiarne un sol fenomeno attraverso il tempo, se bene sia lavoro utilissimo e purtroppo necessario alla debole natura umana, distrae dal vero e crea ad ogni passo distinzioni artificiali, alle quali finiamo per credere come a fatti della natura. È per ciò che io vorrei sbandite per sempre dalla nostra scienza le parole di sistemi, di classi, di genere e di specie, perché vogliono troppo e possono nulla; e noi dobbiamo lasciarle alle scienze esatte che più fortunate della nostra, poggiano sopra un terreno sicuro nel quale si possono tirare linee rette con mano matematica. Noi dovremmo accontentarci nelle classificazioni dei fenomeni vitali fisiologici e morbosi, e in altre molte di un’importanza secondaria delle famiglie, le quali riuniscono i fatti più somiglianti senza pretendere ad improntar loro un marchio indelebile che li faccia riconoscere da tutti e senza possibilità di errore da altri fatti: e così come avviene che anche nelle famiglie umane si trovino individui molto somiglianti, altri meno e perfino alcuni intrusi, così deve essere delle nostre divisioni; nelle quali non dobbiamo cercare mai un sistema scientifico, ma solo un filo conduttore, che guidi attraverso il bujo ed intricato sentiero dei nostri studi.
Nel nostro caso degli alimenti possiamo vedere la verificazione di quanto abbiamo detto sin qui. Nessuna sostanza nutritiva è puramente plastica, respiratoria o nervosa. Il tessuto muscolare per quanto magro si voglia, contiene pur sempre lo zuccaro di carne che è un alimento respiratorio; il pane contiene principi amilacei e proteici; il caccao, che è un alimento nervoso, contiene una materia che può servire alla respirazione, e così via. Nel dividere gli alimenti in queste tre famiglie, noi dobbiamo accontentarci di riunirli in gruppi naturali che servono ad indicarci la loro funzione fisiologica più importante; e se la scienza ha ammessi come ben distinti i plastici dai respiratorii, non può rifiutarsi ad ammettere anche i nervosi.[…]”