Marco Crespi - L'Equazione della Coscienza

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La Lepre Edizioni, Ottobre 2020, pp. 180

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Questo non è un libro scientifico e non propone al lettore né una mappa delle funzioni del cervello, né una nuova teoria sulla psiche, né un’ennesima forma di spiritualità new age. Si tratta di una provocazione intellettuale, di una bomba a mano gettata sull’interpretazione filosofica materialista e riduzionista del dualismo psiche/materia: la forma-discorso adottata di solito dal riduzionismo si rivolta come un aspide contro gli iper-razionalisti. In questo senso il termine “equazione” serve solo per creare una metafora il cui scopo è quello di scardinare fino alle fondamenta la lettura mortificante della coscienza umana, quella che riduce ogni cosa ad algoritmi e schemi linguistici e comportamentali. Siamo in un’epoca in cui molti ritengono che l’Intelligenza Artificiale stia per superare quella umana e che si debba estendere il termine “coscienza” anche alle macchine. La metafora di cui si serve l’autore rende possibile una riflessione su cos’è veramente la coscienza che include, tra i fattori da considerare, il sogno, l’intuizione, la conoscenza non-verbale e perfino la conoscenza mistica, quella su cui, direbbe Wittgenstein, «non si può parlare ma si deve tacere». È anche una possibile lente per scorgere in trasparenza quel quid misterioso che trasforma la somma delle nostre esperienze in senso di identità. Gettate pure la scala dopo averla utilizzata, ma assicuratevi prima di aver cambiato piano di percezione!

Marco Crespi è nato a Caracas (1954), si è laureato in Francia presso l’Institut d’Etudes Politiques de Paris. Ha iniziato la sua carriera professionale in una banca (Morgan Guaranty), prima a Parigi, poi a New York e infine a Milano dove abita dal 1983 e ha fondato una società di informatica. Non c’è nulla nella sua vita accademica, pubblica o professionale che possa essere di qualche utilità per presentare, spiegare, promuovere o sostenere L’equazione della coscienza. Il libro è costretto a stare in piedi con le proprie gambe, senza alcun aiuto da parte della biografia dell’autore, ragione per la quale egli chiede al libro di scusarlo.

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