G. I. Gurdjieff - La vita è reale solo quando "io sono"
Il testamento di uno dei più influenti maestri spirituali del Novecento
Beat, Luglio 2025, pp.184
Un appello interiore che risveglia l’essenza dell’“Io” autentico.
Questo testo è l’eredità spirituale più intima di Gurdjieff, il filosofo-mistico che ha scavato nei meandri del Sé per risollevare l’umanità dal torpore della routine.
Composto da un prologo, cinque conferenze tenute a New York nel 1930 e un capitolo che si interrompe nel mezzo di una frase — abilmente definito da alcuni “l’ultima parola” dell’autore — il libro rinuncia alle definizioni sistematiche per parlarci con un linguaggio essenziale, urgente e performativo.
Qui non troverai una dottrina costruita a tavolino: troverai un invito radicale a svegliarti, a ricordarti di te stesso, a riunire pensiero, sentimento e corpo per abitare davvero la propria realtà. Perché, come scrive Gurdjieff, «solo chi si ricorda di sé può dire di vivere veramente»
George Ivanovich Gurdjieff nasce nel 1869 ad Alexandropol (Armenia russa) ed è uno dei pochi riconosciuti grandi maestri occidentali vissuti nel secolo scorso.
Dopo una giovinezza passata viaggiando e studiando culture diverse allora sconosciute, Gurdjieff si dedicò interamente al lavoro sulla consapevolezza, intesa come mezzo per svegliare l'uomo dagli automatismi quotidiani per fargli riemergere potenzialità latenti.
Le sue conoscenze spaziavano dalla musica (compose numerosi brani) alla matematica, ed utilizzava la danza come strumento di armonizzazione: Gurdjieff scrisse anche numerosi testi che ancora oggi sono testi importanti per chiunque voglia intraprendere un cammino verso il risveglio interiore. Ebbe l’opportunità di incontrare uomini straordinari dai quali acquisì la convinzione che qualcosa di vitale importanza mancava nella considerazione dell’uomo e del mondo nella letteratura e nella scienza europee. Era stato indirizzato agli studi di medicina e di teologia, ma l’insoddisfazione che provava per i limiti di quel tipo di educazione lo condusse a cercare altrove e per proprio conto. Con un gruppo di "cercatori della verità" viaggiò per molti anni attraverso l’Africa, l’Asia e l’Estremo Oriente, raggiungendo luoghi la cui esistenza è insospettabile anche per i più accurati esploratori.
Nel 1922 Gurdjieff fondò l’Istituto per lo Sviluppo Armonioso dell’Uomo al Castello del Prieuré di Fontaineblau, nei pressi di Parigi. Qui il "lavoro su se stessi" da lui proposto prese una pianta stabile attirando, tra gli altri, diversi intellettuali e artisti europei. Organizzò una vera e propria comunità indipendente con coltivazioni, animali, svariate attività lavorative e speciali classi di esercizi per la "trasformazione delle energie" che consistevano nei famosi "movimenti" tratti da danze sacre e in conferenze sugli aspetti teorici del "lavoro". Durante la seconda guerra mondiale Gurdjieff continuò ad insegnare con gravi difficoltà ricevendo gruppi di allievi nel suo appartamento di Rue des Colonels Rénard; poi improvvisamente nel 1948 decise di riprendere l’attività più estesa: purtroppo un anno dopo sarebbe stato fermato dalla morte.
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Numero dedicato a G. I. Gurdjieff. Maggio 2013, 176 pagine.