Wilhelm Reich - Psicologia di Massa del Fascismo

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Sugarco Edizioni, Maggio 1994, pp. 466

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Psicologia di massa del fascismo, scritto nel 1933 e in seguito messo al bando dai nazisti, è un contributo senza eguali alla comprensione di uno dei fenomeni cruciali della storia dell'umanità.
Un libro che ha ispirato Fromm e Adorno, che è stato un vessillo del '68, e che i drammi dei genocidi piú recenti, in Ruanda e nei Balcani, rendono di impressionante attualità.

«Il fascismo, nella sua forma piú pura, è la somma di tutte le reazioni irrazionali del carattere umano medio. Il sociologo ottuso, a cui manca il coraggio di riconoscere il ruolo predominante della irrazionalità nella storia dell'umanità, considera la teoria fascista della razza soltanto un interesse imperialistico, per dirla con parole piú blande, un "pregiudizio". Lo stesso dicasi per il politico irresponsabile e retorico.
L'intensità e la vasta diffusione di questi "pregiudizi razziali" sono la prova che essi affondano le loro radici nella parte irrazionale del carattere umano. La teoria della razza non è una creazione del fascismo. Al contrario: il fascismo è una creazione dell'odio razziale e la sua espressione politicamente organizzata. Di conseguenza esiste un fascismo tedesco, italiano, spagnolo, anglosassone... L'ideologia razziale è una tipica espressione caratteriale biopatica dell'uomo orgasticamente impotente».
Wilhelm Reich

Wilhelm Reich (1897-1957), nacque in un paesino della vecchia Ucraina, oggi  può essere considerato uno dei personaggi più rivoluzionari del secolo scorso. Una personalità complessa e poliedrica, un ingegno versatile che gli ha consentito di approfondire discipline notevolmente diverse tra loro. Si è occupato di psicologia, sociologia, biologia e fisica introducendo in questi campi idee radicalmente nuove.

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