Sri Aurobindo, Mère ( La madre) - Mira Alfassa - Lo Scopo della Vita

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Sri Aurobindo Ashram, Novembre 2019, pp. 43

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In questo libretto la Madre e Sri Aurobindo ci mostrano il cammino affinché la nostra esistenza sia elevata allo scopo più grande.

“Una vita senza scopo è sempre una vita miserevole. Tutti dovrebbero avere uno scopo. Ma dobbiamo sapere che dalla qualità del nostro scopo dipende la qualità della nostra vita. Che il nostro scopo sia elevato e grande, generoso e disinteressato; renderà la nostra vita preziosa per noi e per gli altri.”



Sri Aurobindo Ghose, uno tra i più importanti filosofi e maestri spirituali dell'India moderna. Nasce il 15 agosto 1872 a Calcutta, studia in Inghilterra dall'età di sette anni, dove fu educato essenzialmente da insegnanti occidentali.
Torna in India nel 1892 alla morte di suo padre. Impara il sanscrito per poter comprendere i testi sacri indiani e si dedica quindi allo yoga secondo i suoi principi, facendo cinque, sei ore al giorno di esercizi di respirazione e concentrazione. In questo periodo incontra anche dei maestri che gli insegnano la meditazione.
Tutta la vita successiva di Aurobindo fu dedicata ad applicare la conoscenza spirituale alla vita concreta e a quella psicofisica, per arrivare a trasformare la vita stessa e la realtà esteriore. Questa energia di Verità e Coscienza che Sri Aurobindo chiama "sopramentale" è la sola energia che può produrre una trasformazione dinamica davvero integrale e irreversibile della materia.
All'età di 29 anni Sri Aurobindo si sposa, ma sua moglie non saprà seguirlo nel suo cammino. Nel 1906 si trasferisce a Calcutta, nel cuore dell'agitazione politica, viene arrestato nel 1908, rimane in carcere per un anno, dove approfondisce ancora di più la meditazione.
Nel 1926, con l'aiuto di una collaboratrice spirituale, la Madre, fonda lo Sri Aurobindo Ashram.
Sri Aurobindo lascia il corpo il 5 Dicembre 1950.

La lunghissima e inquieta vita di Mère, al secolo Mira Alfassa (Parigi 1878, Pondicherry 1973), si presenta come un'ininterrotta sequela di avventure, sia umane sia spirituali, che nel suo caso la condussero prima ad acquisire una totale padronanza delle tecniche magiche e yogiche, poi a superarle entrambe per immergersi in una propria ricerca del tutto rivoluzionaria. Figlia di un'egiziana atea e comunista e di un banchiere turco, Mira sposò diciannovenne il pittore Henri Morisset, un allievo di Moreau attraverso il quale ebbe conobbe e frequentò importanti artisti dell'epoca, tra cui Rodin e Cézanne. Da Henri ebbe un figlio, che però affidò ben presto alla cura delle cognate per dedicarsi a quello che stava diventando il suo interesse primario: l'Occultismo. Nel 1904 conobbe il magista Max Théon e per due anni visse in Algeria con lui e con sua moglie Alma, medium con poteri eccezionali dalla quale Mira apprese come gestire con rigore e metodo le proprie facoltà paranormali. Separatasi da Morisset nel 1908, Mira si risposò due anni dopo con il filosofo Paul Richard; e fu seguendo quest'ultimo in una campagna elettorale a Pondicherry che la futura Mère conobbe, nel 1914, Sri Aurobindo, riconoscendo in lui quell'indiano che tante volte l'aveva visitata in sogno. Tornata in Europa a causa della guerra, si trasferì con il marito in Giappone, dove restò fino al 1920 praticando a fondo lo Zen. Infine in quell'anno, separatasi di nuovo, si stabilì a Pondicherry, dove nel '26 Aurobindo le affidò la direzione dell'Ashram. Dopo la morte di lui (1950) Mère continuò a lavorare alacremente con i discepoli - che considerava una rappresentanza della resistenza della specie alla trasformazione Supermentale - e tenne numerose "conversazioni" che furono in seguito pubblicate. Nel '58 si ritirò da qualsiasi attività fisica per dedicarsi esclusivamente allo Yoga delle cellule, ma continuò a comunicare le sue esperienze mediante registrazioni effettuate da Satprem, poi edite dallo stesso con il titolo di Agenda. Infine, nel 1963 Mère fondò nelle vicinanze di Pondicherry Auroville, la "città del futuro", che oggi, dopo varie dispute immobiliari, è stata nazionalizzata dal governo indiano e che Mère, nella Carta di fondazione, definiva come "luogo di ricerche materiali e spirituali per dare un corpo vivente a una vera umanità". La vicenda umana di Mère si concluse nel 1973 quando, ormai novantacinquenne, annunciò che si sarebbe ritirata in uno stato catalettico duraturo, disponendo che non si procedesse alla sepoltura. Ma qualche mese dopo il cuore cessò di battere e tre medici dichiararono Mère clinicamente morta. Il suo corpo è oggi sepolto accanto a quello di Aurobindo.

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