Carl Gustav Jung - Gli archetipi dell'inconscio collettivo

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Bollati Boringhieri, Marzo 2019, p. 85

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«Un certo strato per così dire superficiale dell'inconscio è senza dubbio personale: noi lo chiamiamo "inconscio personale". Esso poggia però sopra uno strato più profondo che non deriva da esperienze e acquisizioni personali, e che è innato. Questo strato più profondo è il cosiddetto "inconscio collettivo».
«Il concetto di archetipo, che è indispensabile correlato dell'idea di inconscio collettivo, indica l'esistenza nella psiche di forme determinate che sembrano essere presenti sempre e dovunque».

Carl Gustav Jung, nato a Kesswill, in Turgovia, nel 1875, era figlio di un pastore protestante. Studiò medicina a Basilea e nel 1900 si trasferì a Zurigo, dove iniziò la pratica medica sotto la guida di Eugen Bleuler. Allievo e seguace di Freud, Jung si allontanò dal maestro nel 1913, a causa di forti dissensi. Tra le sue opere, che hanno creato un nuovo indirizzo nella ricerca psicoanalitica, ricordiamo La psicologia della dementia praecox, Libido, simboli e trasformazioni, L’io e l’inconscio, La psicologia del transfert. È morto a Küsnacht nel 1961.

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