Ma voi sapete come si fanno gli incensi? Parte Prima
Mi sono sempre chiesta quale fosse il procedimento per creare i bastonicini di incenso che tanto piacciono alla mia casa, in cui li accendo con grande gioia ogni mattina appena sveglia e in particolari momenti della giornata, a seconda di quello su cui mi sto concentrando (meditazione, lettura dei tarocchi, canti e preghiere di ringraziamento...) o in relazione al mio stato fisico e/o psichico. Ho fatto qualche ricerca per capire il procedimento, soprattutto perché sono interessata ad acquistare incensi naturali al 100%, che non abbiano al loro interno materiali chimici o comunque non siano di dubbia provenienza, prodotti sfruttando la manodopera locale.
Anticamente la composizione dell’incenso era riservata a sacerdoti, sciamani, druidi, i quali prima di tutto stabilivano per quale scopo dovesse essere utilizzato, se in cerimonia o per meditazione, preghiera agli dèi per ottenere favori o per semplici riti quotidiani di pulizia. Dopo aver stabilito lo scopo, avveniva la scelta degli ingredienti, ognuno dei quali era conosciuto molto bene per le sue qualità “terapeutiche”, in modo da poterli miscelare adeguatamente per ottenere l’incenso adatto all’occasione. Gli ingredienti venivano scelti anche in base alla disponibilità e all’effetto che avevano sull’essere umano. La raccolta delle radici, resine e piante avveniva seguendo criteri di stagionalità, fasi lunari e momenti del giorno e della notte. Si faceva attenzione al materiale dello strumento con cui li si raccoglieva, così come al materiale del contenitore e al metodo di conservazione. Inoltre, colui che effettuava la raccolta doveva prima sottoporsi a pratiche di purificazione.
Una volta effettuata la raccolta, gli ingredienti venivano messi tutti insieme in un mortaio, pestati e lasciati riposare per amalgamarsi meglio tra di loro.
La pianta comunemente utilizzata per ottenere la resina per i bastoncini di incenso è la Boswelia sacra, ma anche altri tipi di boswelia possono andar bene per questo tipo di uso. L’incenso ottenuto da questo “ceppo” di piante è il Frankincenso, conosciuto anche come Olibano, il quale si dice abbia proprietà antisettiche, utili per purificare aria e superfici.
Il mio gesto meccanico di acquistare i bastoncini di incenso e di bruciarli in casa, per purificare, curare, ispirare, aiutare la meditazione, adesso si è arricchito di qualche informazione in più e mi piacerebbe trovare qualche ricetta per provare a confezionare da sola una bacchetta di incenso. La pigrizia insita nell’acquisto “facile” è uno di quei sassolini nella scarpa che ogni tanto cerco di levare, per sentirmi più a mio agio con l’idea che posso fare qualcosa per conto mio, autoprodurre ad esempio, oppure, se non mi è possibile, informarmi e capire com’è fatto ciò che acquisto, chi lo fa, con quali materiali, nel rispetto della Pacha Mama e di tutti gli esseri viventi, piante, uomini o animali che siano. Il gesto di accendere l’incenso si arricchisce così di una consapevolezza diversa, di una presenza più cosciente e di un’utile conoscenza.
(P.s. Difficile ora, con questo caldo, avere un rispetto incondizionato per tutti gli esseri viventi: le zanzare sono arrivate in massa e la tentazione di schiacciarne qualcuna tra le mani è troppo forte, soprattutto dopo aver ricevuto tre o quattro punture sui polpacci. Ma ho scoperto che esistono incensi contro le zanzare, li ho acquistati e provati, funzionano un po’ mentre sono accesi. Le zanzare sembrano tenersi alla larga o si intontiscono a tal punto che smettono di pungere. Si ubriacano d’incenso e svolazzano via zigzagando nell’aria!)
Silvia Tusi@Nagual
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